Come è cambiata la cannabis dagli anni ’70 ad oggi?

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Come è cambiata la cannabis dagli anni ’70 ad oggi?

Un breve viaggio nel tempo

Immaginate di essere in un coffee shop ad Amsterdam, intenti a scegliere la varietà di cannabis ideale per passare la serata con gli amici. Con gli occhi scorrete la dispensa e alla fine lo sguardo si ferma su un barattolo con un’etichetta che riporta il nome “OG KUSH”. È lei! ne acquistate 3 grammi e ordinate anche 4 succhi di frutta alla pera e una fetta di crostata. 

Vi lasciate alle spalle il bancone e iniziate a camminare verso il tavolo dove i vostri amici vi attendono con ansia, ma tutto a un tratto un portale spazio temporale prende forma davanti a voi, impedendovi di proseguire. È come se un vento impetuoso vi spingesse verso quell’abisso di luce e in un baleno ci siete dentro e state precipitando verso qualcosa di spaventoso ed ignoto. 

Sotto di voi il panorama inizia a prendere forma e vedete avvicinarsi una marea di persone, ma in realtà siete voi che ci state precipitando sopra. Quando siete a pochi metri dal terreno la velocità della caduta diminuisce e atterrate candidamente su un prato verde, siete circondati da strani individui, alcuni di essi sono completamente nudi, le ragazze portano delle corone di fiori in testa e fanno a gara a chi sfoggia la camicia più sgargiante. 

Siete confusi, ma poco a poco capite di esservi teletrasportati da qualche parte, probabilmente nel passato. Siete nel mezzo di un festival parecchio grande ma ancora faticate a capire di cosa si tratti.

Poi un boato. Le persone iniziano a correre verso il palco dove è appena salito un ragazzo di colore con al collo una chitarra. Lo vedete e capite tutto. Siete nel mezzo dell’esibizione di Jimi Hendrix a Woodstock ’69, il sogno di una vita che si realizza. 

Terminato il concerto decidete di stendervi sull’erba per rollare un bel joint ma venite circondati da un gruppo di hippie con la chiara intenzione di condividere la fattanza con voi. Ovviamente non rifiutate ed iniziate a fare un filtro. 

In quel momento venite interrotti da un individuo che vi offre della cannabis invitandovi ad utilizzare la sua per rollare. Voi lo ringraziate con un sorriso e accettate l’offerta. 

Il sorriso si spegne e si trasforma in una smorfia di disgusto quando vedete cosa vi è stato consegnato. Senza pensarci troppo guardate l’hippie che vi ha regalato l’erba e esordite: “Ma che è?? EasyJoint?” 

Gli occhi sgranati del vostro interlocutore vi ricordano che siete nel 1969. Cercate quindi di chiedere spiegazioni per la pessima qualità di quell’erba, con cortesia, cercando di capire se per loro sia normale fumare quella robaccia che sembra peggiore delle peggiori erbe albanesi che abbiate mai fumato. 

L’hippie sembra piuttosto offeso e inizia a difendere la qualità della sua erba definendola una della migliori che si possano trovare. A quel punto tirate fuori la vostra bustina di OG KUSH e la mostrate ai vostri nuovi compagni di fumata, i quali iniziano a guardala stupiti, come se non avessero mai visto nulla del genere. 

Ne rollate una grosso e lo accendete, dopo qualche tiro lo fate girare. Dopo pochi tiri i vostri compagni di fumata sono tutti collassati e non avete più nessuno con cui dialogare. 

Il portale spazio temporale compare nuovamente sopra la vostra testa, sentite i vostri piedi sollevarsi da terra e dopo qualche istante di caos vi ritrovate nel mezzo del coffee shop. I vostri amici sembrano non essersi accorti di nulla e vi chiamano a gran voce perché raggiungiate il tavolo. Estraete la bustina di OG KUSH e notate che sembra essercene meno di quella che avevate comprato, ma non vi spiegate il perché, avete solo un gran mal di testa. 

Cannabis moderna vs cannabis degli anni ’70 

Quanto descritto sopra, con una storiella che spero non vi abbia annoiato, è quanto probabilmente succederebbe se vi trovaste a fumare con un fattone degli anni ’70. 

La cannabis dell’epoca, infatti, era estremamente meno potente rispetto a quella attuale, per diversi motivi. 

Innanzitutto, a meno che non fosse autoprodotta, la cannabis di una volta arrivava al consumatore molto meno fresca rispetto ad oggi. Il viaggio poteva durare mesi e durante questo periodo le variazioni di temperatura potevano danneggiare fortemente le inflorescenze, facendo decadere il loro contenuto di THC. 

Negli anni ’80 vennero poi introdotte delle innovazioni che contribuirono a modificare radialmente la qualità della cannabis. La prima di queste è la coltivazione idroponica, che consente di far crescere piante non sul terreno ma in una soluzione liquida ricchissima di nutrienti. Nello stesso periodo iniziano a svolgersi i primi esperimenti genetici per creare piante ibride di indica, sativa e ruderalis, dando inizio all’era moderna della cannabis. 

Oggi giorno quasi la totalità delle varietà di cannabis che si trovano in commercio sono degli ibridi, e questa pratica ci consente di scegliere la varietà di cannabis che fa più al caso nostro. 

Altro fattore importante è l’introduzione di numerosissimi agenti chimici che vengono, purtroppo, utilizzati massivamente per “pompare” le piante di cannabis rendendo le inflorescenze ancora più potenti e psicoattive. 

Possiamo ancora considerare la cannabis una droga leggera? 

La cannabis che si fumava negli anni ’70 aveva un quantitativo di THC che raramente superava l’1%. I dati dell’epoca potrebbero essere viziati poiché i metodi di misurazione non erano accurati e danneggiavano la struttura chimica della pianta. Tuttavia il margine di errore non è così grande e il dato poco si discosterebbe da quello espresso poche righe sopra. 

Sostanzialmente ci troviamo di fronte ad un prodotto che poco si discosta da quella che oggi definiamo “cannabis light”. Certamente con un quantitativo maggiore di THC rispetto allo 0,2% di oggi, ma i cui effetti non erano per nulla comparabili alla cannabis moderna, che mediamente contiene l’8% di THC, con varietà che possono superare anche il 20% di principio attivo. 

Possiamo quindi parlare ancora di cannabis come una droga leggera? 

Non proprio. 

È incontestabile che la cannabis moderna sia ben più psicoattiva rispetto a quella di un tempo e nessuno può prevedere quali siano gli effetti a lungo termine di questo tipo di cannabis rispetto a 50 anni fa. 

Purtroppo l’evoluzione della cannabis sta dando degli argomenti forti a coloro che sostengono il proibizionismo, ma siamo fermamente convinti che questa non sia la strada da seguire. 

Occorre legalizzare. Legalizzare e poi educare. Legalizzare e iniziare a offrire ai consumatori varietà di cannabis più “naturali” e meno “dopate”. 

Se il mercato venisse regolamentato si potrebbe facilmente fare informazione chiara rispetto agli effetti della cannabis e potrebbero essere condotti studi ben più approfonditi per capire come questa sostanza influisca sul nostro fisico e sulla nostra mente. 

2018-09-12T11:34:03+02:00

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