Ancora una volta il Parlamento si è trovato a discutere una proposta di legge che puntava a compiere alcuni importanti passi avanti verso la cannabis legale in Italia, ancora una volta nessun passo avanti è stato compiuto.
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L’intergruppo parlamentare composto da 220 deputati e capitanato dall’On Della Vedova (Gruppo Misto), è riuscito nei giorni scori a portare all’attenzione del Palazzo il tema della cannabis legale per uso terapeutico. Il tema della discussione, questa volta, verteva attorno alla possibilità, per i malati cronici, di coltivare autonomamente la pianta da cui ricavare il “farmaco”, senza doverlo necessariamente acquistare in farmacia.
Non stiamo quindi parlando, come in molti hanno erroneamente creduto, di una proposta di legge volta a rendere la cannabis legale nel nostro Paese. Quella proposta era già approdata in Parlamento ed è possibile leggerne il testo integrale al sito www.cannabislegale.org. Tuttavia era stata già bocciata e al momento non ci sono prospettive per cambiare il giudizio dell’aula parlamentare.
È tuttavia apprezzabile che lo steso gruppo parlamentare che aveva all’epoca portato avanti il ddl cannabis legale continui nella sua battaglia cercando di ottenere degli importanti passi avanti come è stato tentato nel caso in questione.
Il tema della discussione era appunto l’auto produzione. Non per tutti e non in ogni situazione. L’autoproduzione sarebbe stata consentita solo a malati cronici previa ricetta firmata dal medico e relativi controlli. In questo modo i sarebbe garantito un accesso più semplice ed economico alla cannabis per coloro che ne necessitano per scopi puramente terapeutici, senza dover necessariamente acquistare la cannabis di Stato prodotta nei pressi di Firenze dall’Esercito Italiano, o importata da altri Paesi.
Questa volta c’era davvero la concreta possibilità di approvare 2 importanti emendamenti, i numeri in Parlamento non mancavano, peccato mancassero i parlamentari.
Eh già… proprio i parlamentari firmatari della proposta di legge e membri dell’intergruppo che l’ha portata in aula hanno pensato bene di prendersi un giorno libero (o di dedicarsi ad altri impegni, istituzionali o meno) proprio nel giorno della votazione, facendo mancare il numero di voti necessario per garantirne l’approvazione.
Il primo emendamento è infatti stato bocciato con uno scarto di 24 voti con 186 favorevoli e 210 contrari, il secondo invece ha ottenuto 191 voti a favore e 207 contrari, uno scarto di appena 16 voti, veramente pochi considerando il tema trattato.
inutile sottolineare che, se fossero stati presenti tutti i 220 membri dell’intergruppo la proposta di legge sarebbe stata approvata senza nessuna difficoltà. Hanno però pesato le assenze tra i banchi della componente a sinistra del PD e del Movimento 5 Stelle.
L’ennesima occasione persa. Ancora una volta rimaniamo fermi ad una misera produzione di cannabis di Stato che non è sufficiente a garantire il farmaco a tutti i malati cronici che ne dovessero fare richiesta. Tuttavia consideriamo già importante il fatto che si continui a discuterne, nonostante il Parlamento di debba occupare di una miriade di altre questioni, francamente, più importanti della legalizzazione della cannabis.
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