Olio di THC: è pericoloso?

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Olio di THC: è pericoloso?

Da Veneto doc quale io sono non posso astenermi dall’essere un fan dei Pitura Freska, celebre gruppo reggae del Veneziano, i quali, in una delle loro canzoni, recitano: “di marijuana non è mai morto nessuno”. 

Ho sempre preso questa affermazione come una sorta di mantra a favore dell’utilizzo di cannabis, tuttavia sono stato profondamente sconvolto quando, circa un paio di mesi fa, sono iniziati ad emergere negli Stati Uniti i primi casi di morti da sigaretta elettronica legati proprio alla vaporizzazione di olii di THC. 

Non contento delle notizie approssimative che arrivavano da giornali e telegiornali nazionali ho pensato di approfondire la questione e ho trovato un interessantissimo reportage sul sito inverse.com che spiega nel dettaglio cosa c’è alla basa delle recenti morti negli USA.

Che cosa è successo negli USA

Per chi non lo sapesse – ma dubito sarete in molti – nelle ultime settimane negli Stati Uniti si sono verificati oltre 300 casi di ricoveri legati all’utilizzo di sigarette elettroniche. Fin dai primi giorni è stata chiara la gravità di tale “epidemia” e non abbiamo dovuto attendere molto prima che arrivassero i primi morti, diventati 8 con il passare delle settimane, tutti giovani utilizzatori di sigaretta elettronica. 

Io stesso utilizzo la e-cig come alternativa alle sigarette e sono rimasto veramente colpito quando ho saputo che JUUL LABS, l’azienda che produce il dispositivo JUUL che io utilizzo, era al centro della polemica essendo addirittura stata denunciata da uno dei ragazzi ricoverati. 

Tutto ciò non mi sembrava possibile. Perché scatenare una crociata contro le e-cig senza ancora sapere da cosa fossero provocati i ricoveri e le morti negli USA? Ma soprattutto, perché tutti i casi si sono registrati negli USA e non in altri paesi? 

Dopo qualche settimana hanno iniziato ad emergere dettagli riguardanti i vari casi clinici e ciò che appare ormai chiaro è il fatto che ad uccidere quelle persone non sia stata una normale vaporizzazione di un liquido per sigaretta elettronica bensì l’utilizzo prolungato di olio di THC combinato con un composto chimico chiamato etilene di Vitamina E. 

Che cos’è l’etilene di vitamina E e perché lo si trova assieme all’olio di THC?

Gli estratti di cannabis sono diventati molto popolari negli USA da quando diversi stati hanno legalizzato la marijuana anche per uso ricreativo. Vaporizzare cannabis è diventato il metodo migliore per assumere THC senza dover subire i danni conclamati della combustione e per questa ragione moltissime persone hanno optato per questo metodo di assunzione. 

Gli estratti di THC, come l’olio, sono prodotti estremamente costosi e un singolo flacone di liquido può arrivare a costare oltre 200 $. Si tratta di prodotti estremamente psicoattivi, con altissime concentrazioni di THC. Nulla a che vedere con uno spinello per intenderci. 

I consumatori e i rivenditori di capsule di olio di THC per sigaretta elettronica utilizzano diversi metodi per riconoscere un prodotto di qualità da uno scadente. Uno dei metodi più semplici è il cosiddetto “test della bollicina”. È sufficiente prendere in mano la cartuccia caricata con il liquido al THC e capovolgerla. All’interno si formerà una bolla di aria e la velocità con cui questa bollicina risale in superficie è un indicatore della maggiore o minore densità del liquido. Più denso è un liquido più lenta è l’ascesa della bolla di aria e migliore è la qualità del prodotto testato. 

Soprattutto nel mercato nero dei liquidi a base di THC è frequente trovare prodotti “tagliati” con varie sostanze chimiche con lo scopo di aumentare il profitto riducendo la quantità di olio di THC in ogni prodotto venduto e offrendo liquidi di scarsa qualità e potenzialmente dannosi per la salute. Tuttavia questi prodotti non sfuggivano all’analisi di un esperto e non superavano il “test della bollicina”, in quanto le sostanze aggiunte rendevano i liquidi decisamente meno densi rispetto a quelli “puri”. 

Proprio qui entra in gioco il grande colpevole di questa brutta vicenda, l’etilene di Vitamina E. 

Questo composto chimico altro non è che un addensante. Proprio così, la funzione che l’etilene di Vitamina E svolge è “puramente estetica” e serve a simulare un prodotto di altissima qualità anche quando in realtà non lo è. 

Se facessimo il test della bollicina su un prodotto tagliato con questo addensante nessuno di noi, nemmeno il più esperto, dubiterebbe della qualità del prodotto ed è quindi comprensibile che molti prodotti contenenti etilene di Vitamina E siano finiti sugli scaffali di numerosi negozi di cannabis legalmente aperti in diversi Stati degli USA. 

L’inutile crociata contro cannabis e sigarette elettroniche

Sebbene oramai risulti molto chiara la causa dei malori e dei decessi legati all’utilizzo di sigarette elettroniche negli USA ciò non ha fermato la valanga di fake news che continuano a riempire giornali e telegiornali nazionali ed internazionali. 

Mi fa schifo vedere come certi giornalisti, che probabilmente hanno poco di indipendente, abbiano cavalcato l’onda per lanciare una vera e propria crociata al settore del fumo elettronico e, ancora di più, all’emergente settore della cannabis. Tanto è stato il clamore mediatico che hanno avuto questi fatti che l’amministratore delegato di JUUL si è dovuto dimettere per essere sostituito dopo poche ore da uno degli alti dirigenti di Altria, gruppo che fa capo a Philip Morris, produttore delle sigarette Marlboro… non commento oltre la vicenda. 

Un commentatore intelligente dovrebbe puntare il dito contro chi, per aumentare i propri profitti, mette a rischio la vita delle persone. Probabilmente nessuno avrebbe mai potuto prevedere che l’etilene di Vitamina E potesse essere letale per alcuni individui ma il vero problema è lo scarsissimo controllo sugli ingredienti dei liquidi da inalazione negli USA. 

In Unione Europea esiste una legge specifica che regolamenta la produzione e la vendita di liquidi da inalazione obbligando i produttori a esplicitare ogni singolo ingrediente e composto chimico contenuto nelle boccette di liquido. Inoltre il limite di nicotina per ml di prodotto è fissato a 20mg. 

Negli USA vige una totale anarchia e ognuno è libero di vendere qualsiasi tipo di prodotto senza essere tenuto a presentare una lista di ingredienti e senza limiti nel quantitativo di nicotina per ml di liquido. Questa scarsa regolamentazione sta alla base dei processi avviati contro JUUL LABS, accusata di aver indotto migliaia di giovani all’utilizzo della e-cig attraverso campagne di marketing chiaramente rivolte ad un pubblico di ragazzini. 

Tuttavia il marketing può anche essere una leva importante per indurre le persone a diventare dipendenti da una sigaretta elettronica, ma il fatto che negli USA un singolo pod di JUUL contenga oltre 50mg di nicotina di certo aiuta.

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In conclusione, possiamo stare tranquilli

Per quanto criticata e sicuramente migliorabile, l’Unione Europea questa volta ci ha protetti da un mercato potenzialmente pericoloso come quello dei liquidi da inalazione, varando una legislazione chiara ed efficace per regolamentarne la vendita e la produzione. 

Da quanto emerge risulta chiaro che il responsabile dei decessi avvenuti negli USA non sia né il THC né la sigaretta elettronica in quanto tale ma una reazione chimica tra olio di THC e Etilene di Vitamina E. La dimostrazione è che, dopo che è emersa tale correlazione e i prodotti contenenti Etilene di Vitamina E sono stati ritirati, non si sono più verificati altri casi simili. 

Informiamoci sempre, perché è facile cadere nella trappola di coloro che vogliono solo diffondere inutile allarmismo. Fior fior di medici hanno dimostrato la evidente riduzione del danno portato dalla sigaretta elettronica nei confronti del tabacco bruciato e dall’altra parte la cannabis si sta rivelando un settore in forte crescita che sta contribuendo positivamente all’economia degli stati in cui è legale. 

2020-01-14T12:14:33+01:00

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