Tabacchi Organici: realtà o fantasia?

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Tabacchi Organici: realtà o fantasia?

C’è molta confusione tra i fumatori riguardo il significato del termine “organico” quando viene accostato ad un prodotto del tabacco. Tale confusione è generata dalla mancanza di informazioni per i fumatori rispetto ai prodotti che possono acquistare e utilizzare e dalla poca chiarezza delle aziende nello spiegare cosa significhi produrre un tabacco organico.

Ho deciso di scrivere questo articolo dopo che alcune persone, tra voi lettori, mi hanno scritto chiedendomi consigli riguardo i tabacchi organici. Ho pertanto iniziato a cercare quante più informazioni possibili e, onestamente, ne sono uscito con più confusione di prima.

Cari fumatori, non ci si capisce nulla. Ma possiamo comunque cercare di chiarire la situazione una volta per tutte.

Che cosa significa “organico“?

Parte della confusione è generata dal fatto che spesso il termine inglese “organic” viene tradotto in italiano con “organico”, anche su alcuni packaging di tabacco trinciato. In realtà “organic” si dovrebbe tradurre conbiologico”.

Che cosa vuol dire “biologico”?

Anche qui la confusione è molta. Nel mondo in cui viviamo il vero biologico e la distribuzione di massa non vanno d’accordo. Difficilmente un prodotto che viene venduto in decine di paesi diversi potrà essere 100% biologico.

Per chiarire meglio il significato del termine, prenderò in prestito delle nozioni che ho appreso frequentando un corso di degustazione di vini.

In ambito enologico il termine “biologico” identifica tutti quei vini che nascono da vitigni coltivati in modo biologico, senza l’utilizzo di agenti chimici, fatta eccezione per i solfiti. Il vino è “biologico” se rispetta questi criteri sia nella fase di coltivazione che nella fase di produzione.

Diverso è il significato del termine “biodinamico”. Per poter essere definito tale, un vino non deve contenere nemmeno i solfiti.

Dimentichiamoci per un attimo dei vini biodinamici. Nel mondo del tabacco, “biologico” dovrebbe significare che la pianta è stata coltivata senza l’utilizzo di agenti chimici.

Come facciamo quindi a sapere se il tabacco che stiamo fumando è biologico?

Semplice, non possiamo.

Per quanto abbia cercato informazioni sembra non esistere una certificazione ufficiale per classificare un tabacco come biologico. Nei siti dei produttori di tabacchi venduti come organici e naturali non si trovano informazioni a riguardo o molte volte non risultano consultabili dall’Italia.

L’unica informazione ufficiale che ho trovato riguarda il tabacco No Name Authentic (Dei tabacchi No Name abbiamo già parlato qui e qui. Nel sito ufficiale di Mac Baren infatti si scrive: “For People (#No Name) Organic/Authentic is created exclusively from selected organically grown Virginia tobaccos in Latin America (“No Name Authentic è composto esclusivamente da tabacchi Virginia coltivati in modo biologico in America Latina“).

Al netto delle dichiarazioni di alcuni produttori, quindi, non abbiamo altre prove del fatto che in tabaccheria vengano effettivamente venuti dei prodotti biologici.

Perché acquistare un tabacco biologico / organico?

Se siete tra coloro che cercano un tabacco biologico perché sperano di alleviare gli effetti negativi del tabagismo, state sprecando il vostro tempo.

La gran parte delle sostanze nocive che si generano durante la fumata derivano dall’effetto della combustione della foglia di tabacco. Bruciare delle foglie biologiche non vi salverà.

Avrebbe molto senso, invece, cercare un prodotto biologico per ragioni legate alla sostenibilità ambientale. L’utilizzo di pesticidi e altri agenti chimici rovina i terreni e compromette l’intero ecosistema. Sappiamo tutti quali sono i disastrosi effetti della coltivazione intensiva, specie in alcune zone del pianeta.

Da fumatore, credo sarebbe utile per me distinguere i prodotti che derivano da tabacco coltivato in modo eco sostenibile e quali provengono da coltivazioni intensive dove si utilizzano pesticidi e agenti chimici. Purtroppo però non mi è dato saperlo, in parte a causa delle restrizioni legislative in termini di comunicazione nel settore del tabacco.

Non sto assolutamente dicendo che le leggi introdotte per limitare il consumo di tabacco siano sbagliate, anzi, sono sacrosante. Tuttavia alle aziende non è consentito descrivere i loro prodotti in modo chiaro poiché per legge non sono autorizzati ad usare determinate terminologie in quanto potrebbero indurre il fumatore a credere che quel prodotto sia meno dannoso.

Per questo motivo “biologico” non si può dire, “naturale” non si può dire. Per questo si utilizza il termine “organico” che non vuol dire un bel niente.

Credo, invece, che si dovrebbe fare maggiore affidamento sul buonsenso dei fumatori. Dovrebbe essere consentito alle aziende affermare che un determinato prodotto è biologico, dando la possibilità di dimostrarlo e comunicarlo. Ovviamente è altrettanto importante comunicare che il danno provocato da una sigaretta rollata con tabacco biologico è assolutamente identico a quello provocato da una normale sigaretta.

Un’altra valida ragione per cercare un prodotto biologico, organico, o come cavolo volete chiamarlo, riguarda il gusto. Come i vini biologici hanno delle caratteristiche organolettiche particolari, lo stesso vale per i tabacchi biologici. In questo caso mi riferisco ai tabacchi senza additivi (che non vuol dire biologici). Questi tabacchi sono solitamente più acidi e piccanti durante la fumata, hanno una combustione piuttosto veloce e spesso sono molto secchi anche appena acquistati.

Spero di aver fatto un po’ di chiarezza, ma sono certo che, finché non ci saranno delle certificazioni per determinare se un tabacco è realmente biologico e meno, dovremo accontentarci di ciò che dicono, e non dicono, i produttori.

2023-07-24T11:25:58+02:00

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